Crescere Insieme
E' interessante vedere come sia Alberto che Carlo, oltre a essere amici con tanti, sentivano di essere anche padri spirituali di anime a loro affidate ...
CARLO
Caro Lucio,
Dio ti ha voluto fare il dono più grande (o uno dei più grandi) che poteva fare: diventare come Suo Figlio, Gesù.
E Gesù significa tutto, vuol dire che per ogni perché esiste una risposta e che noi in qualunque momento della nostra vita, comunque noi siamo, bene, noi possiamo fare qualunque cosa, se fatta per Lui anche di avere Dio dentro di noi. EMANUEL, Dio con noi, è proprio lì il segreto, perché Dio è con noi: Lui è morto per restare sempre con noi e non che dopo la Risurrezione se n’è andato. No! Ci ha lasciato lo Spirito Santo.
Chi siamo noi se non dei poveri uomini, limitati da questo corpo che tante volte vuol fare quello che gli è comodo e non la Sua volontà. Eppure questo corpo diventa “Tempio dello Spirito di Dio” e i nostri occhi scoprono l’infinito, la nostra mente sfonda le sbarre di questa terra, e l’anima riesce a trasformare tutto quello che c’è intorno, costruendo così il paradiso.
Lucio, io non sono capace di niente, se penso a me stesso così egoista, così timido, così pigro, svogliato, ecc, sento che non riuscirei neanche a muovere un passo. Ma la nostra vita può cambiare , possiamo amare perché questo deve essere il binario della nostra vita: AMARE.
E quando ti sentirai in difficoltà, quando non riuscirai a sorridere, quando soffrirai (sono cose che ti capiteranno) pensa a me che magari sto facendo la cosa più banale; ti assicuro che qualunque cosa io sto facendo, è perché tu possa sempre aver fede, credere cioè sempre al Suo Amore. E se anche quella ti vien meno, non ci far caso, ce la metto io per te, ma tu buttati ad amare, amare, amare. Se poi hai qualche problema e non sai con chi parlare, vieni da me o telefonami ma non perché io sia uno che la sa lunga ma perché, se tu ci riesci, puoi vedere in me un Gesù che ti parla, ti ascolta, ti aiuta. E ricorda: Gesù può tutto.
Unito con te per questo tuo giorno (in particolare) e sempre,
il tuo padrino Carlo.
[lettera per Lucio Bardo nel giorno della sua Cresima]
ALBERTO
Ciao Bruno,
allora sei o non sei un eroe, un grande alpino sprezzante della fatica oppure un fantaccino che marcia nel fango una volta la settimana e poi si chiude in caserma? I muli puzzano o no? Al mattino la doccia calda c’è o non c’è? Il menù a tavola è sempre ricco e vario oppure presenta una schifezza costante di minestrine vomitevoli? [...]
Sono sicuro che hai incontrato e incontri grosse difficoltà; cioè non solo di ambientamento, ma anche di vita cristiana da testimoniare, penso che lì, da soli sia un po’ come una bolgia; sono convinto che Gesù ti vuole tanto bene, ti ama tanto che vuol vedere se davanti ad una vera difficoltà, alla lontananza, a tanti fattori che possono sembrare negativi, sai veramente vivere o caschi per terra e scivoli giù. Mi sembra di poterti dire con tutto il cuore che questo momento è per te un dono di Dio perché ne uscirai veramente con le ossa fatte (o ti cascheranno le braghe). Vedi, mi sembra che lì non ci sia un ambiente peggiore di altri nel quale non si possa amare, ma lì c’è veramente bisogno del tuo amore che trasformi lentamente i tuoi rapporti con gli altri; non ti aspettare nulla dagli altri; ama tutti, ama per primo, diventa servizio, tu trovi la gioia e anche l’amicizia sincera degli altri. Sai che vado all’università con Gil, che è molto pesante nei confronti degli altri; l’ho amato così com’è, ma nella verità, rimanendo fermo quando magari tirava giù qualcuna delle sue bestemmie, ma subito amandolo nell’esercizio che mi chiedeva, nelle spiegazioni in mille piccolissime cose; lui continua, non l’ho certo convertito, ma in compenso stiamo diventati amici, mi cerca sempre per studiare, mi accompagna all’autobus e anch’io sto scoprendo in lui doni bellissimi. Questo proprio per donarti quello che sento, che mi sembra una realtà bellissima la carità lì a militare perché veramente Dio ti vuole seme di senapa che da più piccolo di tutti poi dà ombra e frutti a tutto il bosco; veramente Bruno te lo dico con tutto il cuore: ama tutti, ama per primo, insomma ritorna subito nel raggio (della Volontà di Dio – n.d.r.). Proprio oggi ho avuto un incontro con i gen (giovani del Movimento dei Focolari – n.d.r.), nel quale ci è stata chiesta una scelta totalitaria di Dio-Amore e di Gesù Abbandonato, e veramente quando vivi queste realtà… è fatta. Ti voglio anche donare una esperienza di Chiara (Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari - n.d.r.), proprio lì a Trento tanti anni fa; Chiara assieme alle sue compagne viveva da pochi mesi questa nuova spiritualità, un giorno un sacerdote chiede loro in quale momento Gesù abbia sofferto più a fondo; Chiara rispose “nell’orto degli olivi” ma il sacerdote disse “nel momento in cui Gesù gridò: -Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato-”. E Chiara da quel giorno cominciò a vivere questa realtà, cioè in ogni fallimento diceva dentro di sé: “Ecco sei tu, ti amo così in questo dolore, fallimento, solitudine, peccato, in questa “spazzatura” insomma… e così entrava subito in comunione con Gesù perché quella era una presenza reale come quella dell’Eucaristia; insomma ogni difficoltà diventa un trampolino di lancio. Penso che per tutti, anche per te, questa realtà o la si vive o si casca miseramente; quindi la tua noia, la tua solitudine, una battuta pesante di un compagno, l’esserti accorto di avere un po’ tradito, insomma tutto donato a Lui. E il bello è che ti senti subito nuovo, pronto ad amare perché hai fatto la Comunione con Lui; lo sai no, “la voce del dolore più forte di ogni voce al padre arriverà”. Se non ci fosse Gesù Abbandonato sarebbe un disastro; l’altro giorno erano le due del pomeriggio, ero stanco e mi aspettavano uno di quei pomeriggi e serate alla “S.Sebastiano” (parrocchia di Alberto, nella quale era educatore ACR - n.d.r.), cioè in giro fino a mezzanotte; sapevo che potevo non donare nulla, rischiare di sprecar tutto; ho fatto silenzio, ho messo questo dolore in comune con Lui gliel’ho donato e sono ripartito: una giornata bomba.
Il tuo dolore offerto va anche sullo spettacolo perché stiamo scivolando nella più perfetta disunità. Tante ragazze, forse anche noi, non siamo espressione di quello che le canzoni annunciano; cioè come ha detto Don in adunanza “andremo a vendere delle patate!” Quindi mettiamocela tutta Bruno perché questo spettacolo va pagato.
Spero tanto, se sarà Volontà di Dio, di vederti.
Uno, in Lui Abbandonato Alberto
[lettera a Bruno Dapino per il giuramento militare a Trento - febbraio ’78]